Solo io non lo sapevo
Quest'estate me la godo fino in fondo. Salgo in montagna quasi tutte le sere dopo il lavoro. Giù in valle c'è sempre un fastidioso trambusto e una gran confusione. Credo che per prime siano state le orecchie ad avvisarmi che qualcosa non andava. Strepitavano più loro che tutte le auto lungo la strada. Quando andava tutto bene fischiavano solamente, nei casi peggiori arrivavano ad assordarmi. Una rottura di scatole che non vi dico, quest'acufene.
Vengo quassù a dormire con la scusa di sbarazzarmi di un po' dell'inquinamento acustico. Mi chiedono se faccia su e giù tutti i giorni: scendere la mattina per risalire la sera. Rispondo semplicemente che non devo mica spingerla io l'auto e che arrivo a destinazione tranquillamente seduto.
Quando mi risveglio all'alba esco subito, do un'occhiata attorno e rientro a farmi il caffè. A volte però, aperta la porta, mi capitava di percepire qualcosa muoversi, un rumore appena percettibile. Inizialmente non riuscivo a capirne l'origine. Udivo come un fischio giusto distinguibile. Ero sicuro di quello che sentivo, sebbene le orecchie quest'estate mi facciano certi scherzi che non vi dico.
Col passare dei giorni sono diventato sempre più curioso. Sarà stato un capriolo? Una vipera non credo, le avverto da lontano quelle. Brutte bestie; ne percepisco la presenza fin sotto la pelle. Una mattina mi è capitato persino di mettermi a correre come un matto per vedere cosa fosse, sperando che il vicino non fosse lì a guardarmi: al suo binocolo non sfugge mai niente. A quanto pare non si era ancora svegliato, altrimenti chissà quanto mi avrebbe preso in giro.
Insomma, una volta correndo attorno alla baita, un'altra volta tendendo al massimo le orecchie, una volta ancora cercando di fare più piano possibile e un'ultima volta ancora essere più silenzioso. Così sono riuscito a scorgerla. Ora come ora, potrei addirittura pensare che si sia stufata anche lei di scappare ogni volta che mi sentiva uscire.
Non vi dico che salto quel giorno! Che spavento! Lei era lì a fissarmi con i suoi occhi nocciola, immobile, sull'attenti come una sentinella. Sono balzato all'indietro quando me la sono lvista di fronte. E sì, che io son forte e coraggioso io, posso che dirmelo sottovoce.
Quando ho capito di essere di fronte a una marmotta, questa se l'era già svignata nella sua tana. Allora sono rientrato a bermi il caffè. Poi sono uscito nuovamente a cercare il buco dove si rintanava. Proprio oltre la siepe, sul confine tra il terreno del comune e il mio. Chissà, però, se la sua casa non fosse giusto sotto la mia, il suo letto sotto il mio. Sarebbe stato veramente divertente, se non fosse che non riuscivo a levarmi dalla testa il fatto che potesse salire da me, quando le stesse meglio.
Era un periodo in cui al lavoro avevo veramente tanto da fare, non vi dico quanto, ma non mi abbandonava l'idea di dovermi liberare per forza di quell'animale. Io sono dell'opinione che ognuno debba stare a casa propria. Una bella staccionata se serve e vedrete che saremmo tutti d'accordo. Io sarei stato dalla mia parte e la marmotta nella sua, e l'uno non avrebbe disturbato l'altro. Io peraltro non mi permetterei mai di scavare sotto il terreno del mio vicino. E io però non le avrei permesso di starsene appresso le calde assi della mia baita e sotto il tavolo come se fosse stato tutto suo. Con che coraggio poi! Si intrufolava da me così scortesemente. Ho promesso a me stesso che se l'avessi scorta un'altra volta, l'avrei uccisa. Senza rimorsi.
I due giorni successivi la marmotta non ha dato segni di vita. Molto bene. Mi ero convinto che alla fine c'era voluto poco per far vedere chi comandava qui. Ma il terzo, eccola di nuovo lì! Ancora più arrogante di prima. Me la sono ritrovata fuori dalla porta, come se mi stesse aspettando. Era lì, al di là della siepe, tuttavia, grande com'era, la superava abbondantemente in altezza. Anche dallo spavento sono quasi ruzzolato a terra. Come mi dovevo comportare? Avevo promesso che me ne sarei sbarazzato e l'avrei fatto.
Ma come si uccide una marmotta? Non sono un cacciatore e di certo non potevo spararle. Avrei potuto chiamarne uno qui, ce ne sono tanti al giorno d'oggi. Sarebbe venuto anche in fretta tra l'altro, non aspettando altro che sparare contro un animale del genere perché solitamente non si potrebbe. Ma che figura ci avrei fatto? Già immaginavo le risate di tutti quanti una volta che si sarebbe saputo in giro che avevo paura di una bestiola così.
Avrei potuto strangolarla! Ma prima ci sarei dovuto arrivare appresso. Mi era già capitato di assistere allo strangolamento a mani nude di un capriolo e mi aveva piuttosto impressionato. Anche in questo caso meglio evitare, non sono così crudele. Forse avrei potuto bloccare l'uscita dalla sua tana, o ancora meglio minargliela e farla saltare per aria. Ecco come avrei fatto! Dovevo solamente ingegnarmi un poco a mettere in pratica il mio piano con la dinamite. C'era un problema però! Se la galleria fosse arrivata fin sotto le fondamenta della baita, sarebbe stata colpita anche quest'ultima. Ci avrei dovuto riflettere su meglio.
Nuovamente per tre giorni di lei non ci c'è stata più traccia, ma il quarto eccola di nuovo ad aspettarmi. Il giorno precedente avevo fatto uscire mia moglie, che sennò avrebbe potuto pensare che io stessi dando di matto con la storia della marmotta. Naturalmente la marmotta da lei non si era fatta vedere. Tra donne per forza di cose non si danno fastidio. Era convinta che la nostra dirimpettaia potesse stare dove voleva e fin quando desiderava. In ogni caso, noi umani siamo arrivati all'altro giorno, la marmotta vive qui da secoli.
Però che fastidio! Nella mia proprietà non voglio quella bestia! Basta. È grande, fidatevi, con quegli incisivi grandi e il fischio che ne esce da sotto con la stessa potenza dell'acqua quando la si fa uscire dalla diga. Intorno alla bocca tutto si piega. Pare una vecchia fattucchiera che lancia maledizioni.
Avevo già pensato a dei bocconi avvelenati, ma non sarebbe stata mica così ingenua da mangiarseli. Quella, a parer mio, è sicuramente un animale astuto. Quando la beccavo lì davanti a fissarmi, mi sembrava quasi che si trattasse di un essere umano. Quindi sicuramente non ci avrebbe banchettato. Avrei dovuto pensare ad altro.
Per altri due-tre giorni non si è fatta vedere. Dopo un'intera settimana ho pensato che fosse tutto finito. E invece una domenica mattina, ecco che me la ritrovo nuovamente dinnanzi. E il fischio è ancora più forte. Praticamente un urlo, credetemi! Come se volesse far sapere a tutte le marmotte della montagna che lei era in mia presenza e riusciva a tenermi testa. Era definitivamente qualcosa tra me e lei e avremmo visto chi l'avrebbe avuta vinta! Io di sicuro non ne sarei uscito sconfitto perché l'uomo sono io e non posso farmi umiliare da un animale.
Sapete alla fine che ho fatto? L'ho ammazzata con un badile. Su dai, non fate le femminucce! Non guardatemi così. Ho fatto quello che dovevo fare. Un giorno me ne sono uscito con la pala in mano e bam! Un colpo secco sulla testa. Mi guardava come se fosse consapevole, mentre rimaneva ferma in attesa ad aspettare la morte. Dovrebbe essere morta sul colpo. Meglio così. Mi aveva sfidato, che cosa si aspettava? Come pensava sarebbe finita? Io sono l'uomo e lei l'animale. L'ho buttata giù per un pendio. Che ci pensassero le altre bestie del bosco a sbarazzarsene. Ero contento, avevo vinto!
Ma ero così sicuro di aver vinto?
Non potete capire i giorni a seguire, ma soprattutto le notti. Quegli occhi nocciola che si agitavano come se fossero a contatto con l'elettricità. Roteavano come un'elica. Non riuscivo a liberarmi di quest'immagine. Così ho iniziato a pensare che forse avrei potuto comportarmi in maniera diversa. Non che l'avessi sulla coscienza. Da quando in qua si può provare compassione per un animale? Per di più una marmotta? Che in queste zone ce ne sono a centinaia. Una di più, una di meno... Cosa cambierà mai? Fidatevi di me. Non cambia nulla, tutto sarebbe stato come prima. Solo una marmotta in meno. Dopotutto forse avevo fatto bene ad ucciderla: altre soluzioni non ce n'erano.
Passano i giorni, passano le settimane ed infine l'estate. E la marmotta mi assilla ancora: mi guarda quando la uccido e quando la butto giù per il pendio. Non pesava mica poco, più che un gatto selvatico. Ricordo che ho pensato a questo mentre la tenevo in braccio per lanciarla. Proprio in quel momento ho iniziato a sentire una strana voce che ripeteva: "Dimmi, uomo, perché mi hai ucciso?
Non avrei detto nulla a nessuno, mi avrebbero dato per matto. I cacciatori, mia moglie, i miei figli... Taccerò, ascolterò e ci penserò.
Taccerò, ascolterò e ci penserò.
Posso immaginare cosa pensiate. Io non sono un tipo che tace, ascolta e pensa. Io sono uno d'azione, senza grandi riflessioni. Ho sempre avuto premura di assecondare questa personalità. Certo è che ho ammazzato una marmotta. Non l'avrei detto a nessuno, ma incomincio a pensare che avrei potuto anche non ucciderla.
Tutti esperti di marmotte ora a ricordami che queste hanno avuto un ruolo nella nostra storia. Ma come non sai, mi biasimano, sono creature sacre! Creature sacre? Ma da quando scusate? Mica lo sapevo... che i ladini, la gente di montagna insomma, prima di essere uomini erano marmotte. No, che non lo sapevo e ditemi voi come facevo a saperlo! Non potevate dirmelo?
Alla fine mi è sfuggito, stufo di tutta quella litania, che io una marmotta l'avevo in effetti uccisa. Cosa ti è passato per la mente, mi domandano spaventati. Nessun cacciatore si sarebbe mai permesso! Quegli animali non vanno toccati! Piuttosto ammazza tua moglie, ma non una marmotta. Sì, certo...
Che tristezza! Non fosse che tutti mi fanno una testa così ora, magari un po' alla volta avrei iniziato a dimenticarmi di tutta questa storia. In ogni caso ho vuotato il sacco e ora tutti vogliono sapere i dettagli: ma hai pensato che forse voleva dirti qualcosa? Una marmotta, parlarmi? E da quando avrebbero il dono della parola? Non hai pensato forse che era lo spirito di qualcuno? Magari uno dei tuoi antenati o qualcuno di noi che ormai non c'è più. Magari si tratta di un'anima errante... No eh, adesso non venite a parlarmi di spiriti e anime, sennò inizio a dar di matto! Voi siete matti!
Sembra che tutti sapessero. Le marmotte non le abbiamo mai toccate in tutta la nostra storia e ancora oggi non si toccano. Solo io non lo sapevo e ho ammazzato una marmotta.