1898. Maria Rizzi e il suo ricettario

Vita di Maria Rizzi

Maria Rizzi nel 1889 ha 19 anni. Viene chiamata Marietta ed è una ragazza fassana che ha tutta la vita davanti a sé.
Marietta Rizzi vive a Pera di Fassa. I suoi genitori sono proprietari dell'albergo di famiglia, Rizzi appunto, e di soprannome "de Salin" per non confonderli con i Rizzi di Vigo, comunque stessa parentela, fra i primi albergatori e sicuramente tra i più importanti precursori del turismo in val di Fassa.

Il bisnonno di Marietta è Antonio Rizzi, che agli inizi dell'Ottocento si prodiga affinché i viaggiatori alla scoperta delle montagne dolomitiche possano raggiungere la Val di Fassa e soggiornarvi. Il figlio Giovanni Battista, nonno di Marietta, rileverà un'osteria-albergo che a Pera è stazione di posta. Diventerà l'"Albergo Rizzi". Giovanni Battista avrà diversi figli, ad uno di questi, Antonio, toccherà continuare l'attività alberghiera. Antonio si sposerà due volte. Marietta nasce dal primo matrimonio di Antonio con Maria Reiner.

Marietta nasce dunque in una famiglia agiata, se non altro più agiata rispetto alle altre famiglie in valle. L'attività alberghiera e la tradizione dei Rizzi nel commerciare legname permettono alla famiglia di vivere dignitosamente. Marietta è la terzogenita. Vede per la prima volta il mondo il 21 settembre 1870. Di tre sorelle rimarrà solo lei. Metilde e Francesca moriranno una alla nascita e l'altra a sei anni. Pure il fratello Antonio morirà piccolo. La famiglia è comunque numerosa e Mariet ta avrà altri fratelli con cui condividere l'infanzia: Paolo, Giovanni, Silvio, Lodovico e Oreste. Alla morte della madre, Marietta ha 14 anni. Facile immaginare la tristezza negli occhi di tutti quei bimbi. Il padre si risposa e nascono altri due fratelli e una sorella.

Marietta è di casa in albergo. In valle le strutture alber- ghiere si contano sulle dita di una mano e l'albergo Rizzi è qualcosa di speciale. Oltre ad avere già una lunga storia alle spalle, i precedenti proprietari nel corso del tempo hanno provveduto ad arricchirlo con affreschi, dipinti e arredi pregiati. Marietta e i suoi fratelli crescono in un ambiente prezioso, con ospiti provenienti da tutta Europa. Marietta sarà a contatto fin da piccolina con persone colte e celebri.

Quando riceve (o scrive) il piccolo quaderno con la copertina nera è il 1889, Marietta ha 19 anni. Quanto già sapeva la nostra Marietta in fatto di cucina? Non lo sappiamo, ma forse non andiamo molto lontani se la immaginiamo già giovincella nella cucina dell'albergo. L'albergo Rizzi è molto frequentato. I libri degli ospiti,

tuttora conservati dalla famiglia Rizzi, sono testimoni di una frequentazione costante e nutrita. Qualcuno avrà pur dovuto cucinare e le donne di casa, seppur di famiglia benestante, non erano certamente esentate da queste incombenze .

L'estate del 1898 l'Alpenverein di Lipsia conclude i lavori di costruzione del rifugio Vaiolet che viene affidato in gestione ad Antonio, il padre di Marietta. È lei che viene incaricata di gestire il piccolo ricovero nel cuore del Catinaccio. Marietta ha 28 anni. Possiamo supporre che la famiglia, il padre e i fratelli, l'aiutino, ma certo è lei a tenere le redini - la documentazione storica che abbiamo a disposizione parla sempre e solo di lei.

Il 23 agosto del 1902 viene inaugurato il nuovo, am- pliato rifugio ed è grande festa. Avrà cucinato Marietta per tutti quegli ospiti illustri, immortalati per l'occasione nelle fotografie di Franz Dantone Pascalin? Avrà portato in tavola il budino prezioso? Oppure quello al rum? Le biftechs saranno state all'inglese o in tortiera? Nessuno ce lo può dire. Eppure ci piace pensare che sia stata lei in persona a preparare quelle ricette così moderne, così poco tradizionali, così lontane dalla quotidianità del cibo di allora.
Che a questo punto Marietta cucinasse non ci sono dubbi. Maria Piaz, vicina di casa di Marietta a Pera, nei suoi racconti ce ne dà conferma: "Il turismo era [1902] ai primissimi albori - di località veramente frequentate non c'era che il Vajolet, affidato al buon Tònele de Salin, la cui figlia Marietta, che in seguito doveva divenire mia cognata, faceva miracoli lassù esibendosi quale cuoca, cameriera e lavapiatti". Marietta e Maria erano anche molto amiche, come testimonia Lilia Dezulian nel libro che ricorda la vita della madre Maria Piaz, conosciuta come "Mare del Pordoi". Il 1902 è stato sicuramente un anno di grande impegno professionale. L'apertura del rinnovato rifugio ha sicuramente preso molte energie a Marietta, che ora è una donna matura. Ha 32 anni e finora non sappiamo nulla dei suoi amori. In ogni modo ora il suo cuore batte forte. Il suo amore è un ragazzo molto più giovane di lei, ben nove anni, sveglio, intelligente, loquace, uno speciale insomma. Anche perché è un tipo che mangia roccia a colazione. Si chiama Tita ed è il fratello di Maria Piaz. Quel Tita Piaz che diventerà "Il diavolo delle Dolomiti", un rocciatore fantastico, un alpinista che scriverà un bel pezzo di storia dell'alpinismo di quei tempi.

Tita è innamorato di Marietta da alcuni anni. Nel suo diario da militare parla di lei diverse volte, con parole molto dolci: "Un dolce pensiero alla mia Maria e la felicità è compiuta per oggi". Ne è sicuramente innamora- to: "O Maria mia sposa adorata se tu potessi comprendere tutta la potenza di quella fiamma che mi divora ogni ora che non mi lascia un momento di tregua ti sentiresti l'essere più felice che alberga questa misera terra! Quante volte io mi meraviglio che non sono impazzito avendo sempre la mente nel medesimo pen- siero! Cosa ho fatto questi dì? Ho giocato pensando a Te, ho fatto la sentinella imerso nel Tuo pensiero, pieno il cuore della Tua immagine contando gli eterni minuti che mi separano da quel giorno avventurato in cui ti rivedrò, ho riposato ruminando fra il passato che pas- sai con Te, ho dormito sognando di te e mandandoti i più ardenti bacci". E ancora: "Io conto quel giorno fra uno dei più belli di mia vita forsi il più bello, l'ebbrezza dell'immensa gioia che mi cagionava il pensiero che fra poco stringerò fra le mie braccia quella donna adorata che è tutto per me".

L'amore è contraccambiato. L'autunno del 1902 Marietta e Tita lo trascorrono in intimità. A febbraio del 1903 si sposano e a giugno nasce la loro primogenita, la piccola Olga. Nascono a poca distanza Pia e Carmela, rispettivamente nel 1904 e 1906.

Immaginiamo una bella famiglia e anni felici. Le bambine sono belle e sane, Tita riscuote grandi successi come alpinista, Marietta ha la sua attività. Essere spo- sata con Tita non è sicuramente una noia. Lui è un anticonformista dalla mente aperta. In casa si legge e si parla di politica, di arte e letteratura e tanto di teatro. Tita è attivissimo con la filodrammatica di Pera da lui di- retta. Nel 1907, rompendo una lunga tradizione di teatro esclusivamente maschile, Tita Piaz propone la prima rappresentazione teatrale con la presenza di donne. È molto probabile che Marietta abbia avuto la sua parte. La serenità non dura per molto. Il 9 gennaio del 1912 Marietta muore di peritonite.

La sua vita si conclude a neppure 42 anni, troppo presto, per lei e le sue figlie, che potranno avere solo pochi ricordi della loro madre. Poche fotografie di famiglia, alcuni documenti e il ricettario che è arrivato fino a noi*.


* Il ricettario è stato pubblicato dall'associazione Chimpl, nel dicembre 2019,

Bibliografia
Carlo Artoni, La Valle di Fassa nei secoli della trasformazione. Istitut Cultural Ladin "Majon di Fascegn", 2001.
Carlo Artoni, Bepi Pellegrinon (a cura di), Fassa e dintorni. Fotografie di Franz Dantone. Ed. Nuovi Sentieri, Falcade, 2001.
Cesare Bernard, p. Frumenzio Ghetta, Anno Domini 1809. Antonio Rizzi. Pioniere del turismo e capitano della milizia locale. Istitut Cul- tural Ladin-Comun de Vich, 2009.
Lilia Dezulian, L'é dut nia. Storia della "Mare del Pordoi". Edito con la collaborazione dell'Istitut Cultural Ladin, 1991.
Luciana Palla, Maria Piaz de Pavarin. Dal Pordoi a Katzenau. Il rac- conto di una vita in Val di Fassa nel primo Novecento. Istitut Cultural Ladin "Majon di Fascegn", Vigo di Fassa, 2007.
Luciana Palla, Tita Piaz a confronto con il suo mito. Istitut Cultural Ladin/Museo Storico in Trento, 2006.

... e sarà eccellente. Dotrei notes n cont del rezetar*. 

Vegnissa da dir che l Liber de cojina per Maria Rizzi l sie stat pissà desche n tòch de la dota, n liber che a la joeneta Maria (per duc Marieta) ge aessa servì tel davegnir per soa vita da sposa. Chel che no saon l'é se l Liber l'é stat scrit da ela o da zachei de etres.

Se veit bel che la pruma part de le rezete la é stata scrita ju presciapech tel medemo moment (la manscion la é beleche semper medema e le rezete le à n indesc ordenà). La seconda part la é fata de rezete scrite mingol a la bona, valch outa l'é demò i ingredienc, te na schertura manco leada a la forma.

La pruma part la podessa esser stata detada o copiada ju. Se sà che enlouta le joene le jia en "servizio" fora per le gran zità, te hotìe o familie riche. Na sort de migrazion a temp. Le stajea fin canche le aea emparà valch e zeche vadagnà. Dapò canche l'era l moment de se maridar le ruaa deretorn. Na tradizion de migrazion femenila scomenzada de l'Otcent che la é jita inant fin ai egn '60 del secol passà .

Cognoscion n grumon de storie coscita. Storie de ele vegnude de retorn e de chele che le é restade aló, per voler o destin. A part chest, le femene che te chisc egn le stajea dalonc da ciasa a contat con n livel sozial più aut, le podea se empravaler de na cultura più "auta". Ele che ruaa apede esperienze e saeres neves e de calità, da poder meter a la leta na uta che le era de retorn a ciasa. De etres sistemes e de etres monds vegnìa portà te val, ben da veder, se chisc i era conscidré de utol, de enteress o ence demò bie.

Che Marieta la sie jita a lurar fora de val, vedù l lurier che l'aea te ciasa, l'é mingol senester da creser (purampò segureze no se n'à). Piutost, sencajo, podessa ence esser stat che te ciasa da fech di Salins aesse lurà na coga che vegnìa dal Trentin. La podessa esser jita coscita: Marieta che magari jà la didaa te cojina la se à emprevalù de chel saer e la se à scrit ju le rezete per so pícol Liber.

Coche sozet bendeché ti libres de rezete, vegn scrit su e metù ite note, foliec e biliec olache se pel troar dededut: da le rezete de cojina toute fora dal giornal a chele per se medejinar, desche ence rezete donade da zachei de etres, o foliec de reclam o articoi de giornal. Dut chest vegnìa (e vegn) tegnù su per enteress, piajer o biota curgiosità.

No vegnaron mai a saer per ejempie, e l'é en pecià, per- cheche Maria l'aea tegnù su te so Liber l sfoi del calandar dai 7 de jugn del 1909: ge érel fosc sozedù zeche fora de anter? Ge piajeél magari la poejìa de Goethe? O voleéla se tegnir su l'ejempie de n menù da ge sporjer ai ghesć? La rezeta del strudel la é scrita sun n picol foliet, ence chest jontà ite per anter l Liber. Na rezeta curta e scempia, fosc l'à zeche da desvalif (l pan gratà? o i "pomi ivi fritti"?) respet a la rezeta che Maria l'à jà te la pruma part del rezetar: "La Pasta del strudel si prende due uova poca farina alqune gocie aqua alqune goccie olio, poi vi si fa una pasta molletta, che sela stende colle mani su un mantino poi ci si mette i pomi ivi fritti col burro alqune rosine e pignoli e poco pane gratuggiate e ci si unisce ai pomi".

Beleche segur chesta rezeta la ge é stata data da zachei, ajache l saer de la rejonada l'é dalbon desvalif. L talian l'é tocià dal ladin e/o dal dialet trentin - a seconda de chi che scrif - (mantino e pomi) e dal todesch (rosine/Ro- sinen = ueta). I é perauter delbon curiousc i fenomens de contat linguistich del talian col ladin, dialet trentin e todesch soraldut te la seconda part del Liber. L'é ence da recordar che se l Liber l'era olache l'era Marietta, enlouta cognon pissar - con Marieta à lurà segur n muie de ele - che de autre persone à podù meter le man sul rezetar e ge scriver ite.

Per l rest, no l'é sorì meter te n contest geografich le re- zete del Liber. No dovessa esser falà dir che le fasc part de la storia de la speisa del raion trentin-tiroleis ("Frittole", "Profezen", "Straboli"), ma per la gran part se trata de rezete che aea ja fat l prozess de "internazionalisa zion". Budins, pete da douc e da salà, bignè, sosc per compagnar ciarn, cotolete e polpetogn l'era magnares che ja de l'Otcent i podea esser porté sora desch te vigni ciasa (sessaben de sciori) te duta Europa.

Someassa da no creser, ampò i libres de rezete publiché te la seconda metà del l'Otcent i ne conta de cotant bona e rafinada che podea esser la speisa enlouta.
L liber "Die süddeutsche Küche. Auf ihrem gegenwär- tigen Standpunkte" de Caterina Prato (1818-1897) da Graz, per ejempie, vegnù fora per la pruma outa del 1858 e stampà per 80 oute (per talian la pruma edizion la é del 1892 con l titol "Manuale di cucina per principianti e per cuoche già pratiche") l regoi passa trei mile rezete, che tout demez valch ingredient (de- sche la ciarn de tartaruga) o ma- gnares che no se usa più (zocoi de cerf) o che no se pel più ciaciar (gial sforcel), se podessa le meter dute cante sora desch amò anchecondì.

De la fin del l'800 l'é ence l liber "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene" de Pellegrino Artusi, ence chest con passa n milion de copie venude, che segur l'à dat so bel contribut a sparpagnar fora te dute le clasc soziale n cert gust per l magnar (e dai esperc vegn dit ence l gust per la rejonada taliana).

Chesta neva cultura del magnar podea ruar te le ciase con chisc (e etres) libres. Se le touse che jia a lurar al lont no le podea se comprar chisc libres, descheche pro- babile l'era, segur le troaa l'ocajion de se copiar ju le rezete. Cheste medeme le podea dapò vegnir copiade amò na uta ti libres de rezete de l'amica o de le coleghe de lurier. Da na man n tòch de cultura "auta" che ruaa chie- ta te chela populara, da l'autra man n met sorì e debant per arjonjer cultura da part populara.

Tel percors de re-schertura le rezete le podea mudar lengaz, vegnir adatade, fate più soride, te na rejonada più vejina a le femene che no aea abù l met de cognoscer l mond o studiar più che la terza clas de la scola populara. Rezete fate doventar più curte per sparagnar temp e soraldut papier. Coscita fazilmenter l'é stat ence per l Liber de cojina per Maria Rizzi.

Te la pruma part le rezete saràle state binade adum per curgiosità, gust o moda? Se no la gola per i "budins" (n terz de dute le rezete), per l rest no aon responeta. Te la seconda part segur se trata de rezete che ge servìa a Maria te n refuge olache ruaa tropa jent. N ejempie l'é la rezeta de i "Crofani" (douces a forma de bombo con nousc o nojeles): "8 mineli farina 34 u(o)va 1 1⁄4 buttiro 16 lotti lievitto 3 mose latte". La mesure ne dasc chiar da veder che no l'era na rezeta bele demò per "cater persone".

Segur l'é che la gran part de le rezete del Liber per Maria l'é zeche che te Fascia no vegnìa cojinà duc i dis, e no demò per i prodoc che no se podea troar te val. Purampò le tace de deic e da ont sun valch piata e le note enjonta de "sono subito cotte" o "cuocela adagio", per ejempio) fasc pissar che Maria la le aesse proade fora. E perche pa no?

I libres de rezete i à segur n carater pratich, ma l'é ence lesc olache dorm tel chiet nesc dejideres, e no demò de magnadiva. L'idea de poder realisar, na di, zeche da spezial, da "ezelent", de vegnir fora da la routine de duc i dis, vel dir creser che zeche da bel e bon pel semper sozeder, che a la fin, jirà pa ben dut ben. N otimism ti confronc de la vita che se respeia ti libres de rezete, contegnidores de realtà e de dejideres.

1. L rezetar de Maria Rizzi l'é stat publicà da la Soziazion Chimpl  a la fin de l'an 2019

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